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cosi sicura navigazion terrestre, come i piloti delle nazioni che si sono nominate avevano saputo ritrovar per mare? Per assicurar dunque, per quanto si estendono le forze delle buone lettere, la navigazion terrestre, alcuni mesi sono institui Apollo una congregazione di uomini scelti da tutte le scienze necessarie a tanto negozio: e capo di lei volle che fosse il prencipe de’ cosmografi Tolomeo, al quale nelle meteore diede per compagno il grande Aristotile, per le matematiche Euclide, per l’astronomia Guido Bonatti, e a questi aggiunse il conte Baldassarre da Castiglione, soggetto molto pratico de’ profondi pelaghi delle corti ; e, per sicurezza maggiore di tutto quello che in negozio di tanto rilievo si doveva stabilire, comandò Sua Maestá che nella congregazione intervenissero il famoso Annone cartaginese, Palinuro, il Colombo, il Cortese, Ferrante Magaglianes, Americo Vespucci, Vasco di Gama: tutti piloti piú principali che giammai abbia avuto la navigazion del mare. Prima dunque, come ben si conveniva, dall’eccellentissimo Tolomeo fu fabbricata una esquisitissima carta da navigar per terra, la quale con singoiar maestria per tutti i versi fu lineata; e per venire in chiara cognizione della vera elevazione de’ meriti de’ cortigiani, della latitudine e longitudine de’ premi co’ quali doveva esser riconosciuta la servitú loro, non solo furono inventati vari e dottissimi astrolabi, ma un nuovo e artificiosissimo quadrante. È ben vero che l’eccellentissimo Guido Bonatti con tutta la sua molto profonda astronomia piú che molto penò in ritrovar la vera altezza del polo della corte romana: né giammai fu possibile che né egli né gli altri valentuomini della congregazione con qualsivoglia astrolabio potessero aggiustare il corso del sole del cervellaccio di un prencipe bizzarro; anzi, il genio de’ prencipi essendo la vera e sicura tramontana che nella terrestre navigazione deotio osservare i naviganti cortegiani, grandemente stupirono que’ valentuomini come stella, nella navigazion del mare tanto sicura, nella terrestre poi, non solo non fosse stabile, ma che perpetuamente venisse aggirata dai due contrari moti dell’interesse e della propria passione: dalle quali difficultadi nascendo nelle corti turbulenze pericolosissime, spesse volte vi cagionavano