Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/105

quella occasione nondimeno, pieni di grandissimo giubilo, con tanta allegrezza furono veduti danzare e festeggiare, come se il prencipe Veniero stato fosse della lor nazione, e l’allegrezza di quella pompa tutta fosse toccata ad essi. Hanno detto alcuni ciò essere accaduto perché i Greci, ridotti ora alla calamitá di uno stato infelicissimo, non da altro potentato piú sperano la redenzione della servitú loro, che dalla potentissima republica veneziana: della vittoria della quale, da quel prencipe ottenuta contra il tirannico imperio ottomano, come di cosa propria meritamente si rallegravano; oltreché infinitissimo contento dava loro il veder lo stesso prencipe dell’eccelsa republica veneziana portar l’abito antico e pomposo greco, quasi felice e sicuro presagio che nell’immortai republica veneziana allora si rinovellerá la grandezza dell’antico imperio greco, che nel suo giustissimo sdegno si sará il grande Iddio placato contra lo scisma di quella nazione. Pochi giorni dopo cosi gran solennitá, allora che i prencipi tutti col virtuoso senato de’ poeti con pompa di bellissimo ordine andarono a visitar il tempio maggiore di questo Stato per supplicar la Maestá del grande Iddio a destar ne’ cuori de’ prencipi la liberalitá verso i virtuosi, il serenissimo prencipe Venieri, che da’maestri delle cerimonie pegasee secondo l’antico stile fu posto tra gii altri duci della republica veneziana, arditamente disse che il suo vero luogo era precedere a tutti i re e a’ maggiori monarchi ereditari dell’universo. Con riverenza grande supplicarono allora i maestri delle cerimonie il Venieri che volesse contentarsi del luogo solito, e che con quella odiosissima novitá fuggisse il pericolo di dare e di ricever disgusti gravissimi a tutto Parnaso. A questi risolutamente rispose il Venieri che gli uomini dozzinali ubbidivano al solito, i suoi pari a quello che voleva il giusto; i quali, esattissimamente conoscendo quel che si conveniva loro, non vivevano, ma correggevano gli errori passati. Furono alcuni prencipi grandi che apertamente si risero della novitá tentata dal Venieri ; ma altri, conosciuti di finissimo giudicio, fino all’impallidirsene furono veduti temerla, e liberamente furono uditi dire che cosa da sciocchi era ridersi delle pretensioni degli uomini grandi, i quali,