Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/101

aito séguito di Francesi apportò quella orazione all’Alemanni; onde, da numero grande di baroni di quella nazione straordinariamente vedendosi egli accarezzato, facilmente si lasciò persuadere di andar in Francia; dove gli si verificò il pronostico die gli fecero prima gli amici suoi piú cari, che, s’egli lungo tempo desiderava di viver affezionato a’ Francesi, in ogni modo fuggisse la Francia; percioché nemmeno venti giorni fu l’Alemanni dimorato nella reai corte della monarchia francese, che tali furono gli strapazzi che quelle genti fecero di lui, tali e tanti gli amari disgusti che li diedero, che l’infelice cosi mal affetto verso i Francesi fu forzato fuggirsi di Francia, come tutto innamorato di quella nazione vi era andato poco prima. Di modo che l’Alemanni con animo molto esacerbato si presentò l’altro giorno avanti Apollo; al quale disse che, in quella sua infelice orazione bugiardamente avendo esaggerate le lodi della nazion franzese, acciò la veritá avesse avuto il suo luogo, chiedeva licenza di poter cantar la palinodia; poiché, per l’infelice esperienza ch’egli aveva fatta de’ Franzesi, gii aveva ritrovati indiscreti, furiosi, impertinenti e sopra ogni umana creatura bizzarri, ingrati e non meno capitali nemici degl’italiani, ancor che sappiano di avervi molti parziali, che si siano degl’inglesi, degli Spagnuoli, degli Alemanni, de’ Fiamenghi e di tutte le altre nazioni straniere. A questa domanda con allegro volto rispose Apollo che non solo gli negava la licenza ch’egli domandava, ma che strettamente gli comandava che in lode de’ Franzesi di nuovo recitasse la medesima orazione, e che, tra le altre singolari virtú di quella bellicosa nazione, facesse menzione della gloria infinita che le arrecava il mostrarsi capitalissima nemica di tutte le nazioni straniere; della qual singoiar virtú disse che tanto erano privi gl’italiani, che nei ragionare, nel vestire, nel mangiare e in ogni altra loro azione non si vergognavano di esser divenuti vituperosissime scimie di tutte le piú barbare e crudeli nazioni dell’universo. Intanto che, se gli Ebrei dominassero parte alcuna del mondo, era da credere che in grazia di quella vii canaglia molti di essi non si sarebbono arrecato a disonore il portar fino la berretta gialla, per mendicar con quella svergognata adulazione il verminoso tozzo di pane di una mendica provisione.