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immenso sarebbe stato alle genti, ottenere da Sua Maestá il beneficio di un istrumento simile. A queste cose rispose Apollo che se a’ prencipi cosi fosse stato facile il discerner gli uomini sediziosi e indegni di viver nel giardino di questo mondo, come agli ortolani dagli spinaci e dalla lattuca il conoscer l’ortica e la mercorella, che certo non altro strumento avrebbe conceduto loro, che quello dei capestri e delle mannaie, vere zappe con le quali dagli orti di questo mondo si sterpano quell’erbe sediziose degli uomini vagabondi, che solo essendo inutili lussurie dell’umana feconditá, non meritano mangiar pane; ma poiché gli uomini tutti talmente erano fatti ad un modo, che alla qualitá delle frondi della faccia, al tasto della persona, i buoni in modo alcuno non potevano esser riconosciuti dagli scelerati, affine che col frequente uso de’ patiboli invece delle erbe velenose non venissero estirpate le salutari, per beneficio della pubblica pace ai prencipi erano stati conceduti gli strumenti del tamburo e della tromba, il suono de’ quali allegrissimamente seguivano quelle piante che sentivano contento di andar a morire. A queste cose volevano gli ambasciadori replicar di nuovo, quando Apollo con indignazione grande disse loro che tacessero e quanto prima partissero da Parnaso, poiché era stata azione impertinentissima e affatto ridicola il voler paragonare il purgar il mondo dagl’ ingegni sediziosi col mondar gli orti dalla malva e dalla gramigna.