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sordidissima arte meccanica, studiata ed esercitata senza gusto d’animo, senza aiuto di musa, solo per ingrassar del sangue altrui uu porcaccio». Manca il resto. Poche varianti minori. Nell’indice autogr. della c. 184 s’intitola: « Accettata la legge, che i procuratori non vadino alle Indie».

3°3 25 Sincero sfogo del cuore: di qui appar chiaro con quanta ripugnanza il Boccalini si fosse piegato in gioventú agli odiosi studi giuridici.

Ragguaglio LXXXIV. — È in A al n. 1. Frequenti le varianti minori, ma notevole quella di p. 30529-33: «Non par a voi che il vostro granduca Cosimo Medici, con la sola prima carta degli Annali di Tacito, che studiò e seppe por in atto pratico tanto esattamente, abbia di modo ben accomodati i vostri Fiorentini nella servitú, che paiono tanti pulcini inviluppati nella stoppa? Felice la Toscana e tutta Europa se Tacito».

3°5 32 Si tesse nella frase un duplice bisticcio: uno palese fra «Tacito» e «taciuto», l’altro piú velato fra «gran medici» e i « granduchi Medici », che espressamente eran nominati nella prima stesura.

Ragguaglio LXXXV. — Se ne ha copia in N 3 al n. 19.

306 jg « terzi » eran dette anche in Italia le unitá di fanteria della forza di un reggimento, dallo spagnuolo ter ciò.

Ragguaglio LXXXVI. — È il seguito di Cent. I, 23.

310 17 È un verso delle Satire di Orazio (i, 2, 24).

311 25 Marc Antoine Muret (1526-1585), insigne umanista francese, residente in Italia dal 1554 e docente a Venezia, Padova e Roma, aveva pubblicato nel 1580 le sue erudite emendazioni al testo di Tacito.

31429 Gli ultimi libri degli Annali e la parte a noi giunta delle Storie furono note dopo che il Boccaccio, nel 1362, portò via da Montecassino l’unico codice superstite; cent’anni dopo Enoch d’Ascoli rintracciò ad Hersfeld la Germania e il Dialogo sugli oratori, ch’ebbero Yeditio princeps a Venezia nel 1469; nel 1476 il Puteolano impresse a Milano l’ Agricola-, infine, solo nel 1508 Angelo Arcimbaldo presentò a Leone X i primi libri degli Annali, scoperti a Korwey in Vestfalia e stampati poi in Roma, per le cure di Filippo Beroaldo iuniore, nel 1515.