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precipitoso, a’ quali aveva negato l’uso de’ piedi : i quali velocissimi aveva dato ai fagiani, alle starne e alle quaglie, per ristorarle dal danno che ricevono dalle ali corte e dalla mancanza delle penne della coda; che solo le pecore essendo state create di una indicibile stupidezza d’ ingegno, senza cuore, senza velocitá de’ piedi e senza quei denti da mordere co’ quali gli animali tanto si fanno rispettare, parea loro da quella divina caritá essere state abbandonate, che aveva mostrata somma dilezione anco verso le fiere solo dannose. E soggiunse quel castrone che per ultima e grandissima calamitá delle pecore tanto disarmate, la maestá di Dio aveva dato loro per nemici implacabili i leoni, le tigri, gli orsi, i lupi, fiere piú crudeli che camminino sopra terra; di modo che pareva che la pecora fosse creata al mondo solo per pascere quelle arrabbiate fiere che non conoscono che cosa sia sazietá. Disse ancora il medesimo che alle ingiurie tanto insopportabili che le pecore ricevevano da’ nemici loro, si aggiungevano gli strapazzi che di esse facevano i loro pastori, tutti cagionati dall’essere affatto disarmate: perché quando avessero avuto denti per potere in certe occasioni, se non per vendetta almeno per correzione, mordere una sol volta in diece anni certi indiscreti pastori che mungono con poca caritá e tosano senza discrezione, forse si procederebbe con esse con maggior pietá e i loro barbieri maneggerebbono la forbice senza intaccar la pelle: onde la spezie tutta delle pecore, per non essere piú lungo tempo la calamita di tutte le oppressioni piú lacrimevoli, instantemente chiedeva denti lunghi e corna acute per farsi rispettare. A questa domanda con allegrissima faccia rispose Apollo che le pecore avevano fatta una instanza degna della molta semplicitá loro, poiché non conoscevano che tra tutti i quadrupedi che vivono sopra la terra non altro animale si trovava piú privilegiato e favorito da Dio di esse: perché ove gli altri con mille stenti e infiniti pericoli erano forzati procacciarsi il cibo, molti de’ quali faceva bisogno che la notte, destinata al sonno ed alla quiete, adoperassero per pascersi, non essendo sicuro loro il lasciarsi veder di giorno, alle sole pecore dagli stessi uomini, signori di tutte le fiere, padroni della terra, erano riserbati e sino a gran