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scemar punto la sua venerazione verso quel suo autore, si contentava d’odiar se stesso e morire, minor suo danno stimando perder la vita, che la grandezza della fama, alla quale per lo mezzo di Tacito si vedeva esser salito. Talmente le parole del Lipsio offesero l’animo d’ Apollo, che contro lui sempre piú accendendosi di fiero sdegno, gravemente si dolse che in sua presenza con asseverazione tanto sfacciata piu tosto avesse mostrato pervicacia di voler perseverare nell’ostinazione di eccesso tanto nefando, che umiltá di voler piegarsi alla penitenza e del fallo commesso chieder perdono; e sopra ogni altro demerito di quell’uomo ostinato non potè Sua Maestá sofferire ch’egli onorata gratitudine avesse chiamata l’empietá dell’ idolatria, e costanza d’ incorrotta fede l’ostinazione. Onde alla medesima coorte de’ poeti lirici comandò che fuori di quella stanza strascinassero quell’uomo indegno di veder la faccia di quel suo signore ch’egli cosi nel vivo offendeva, e che, prima spogliato delle buone lettere ch’egli si trovava possedere, lo dichiarassero vergognoso ignorante, e che appresso come sceleratissimo idolatra l’abbruciassero vivo. Giá 1 il Lipsio era condotto al patibolo di tanta infamia, quando gli amici caramente l’esortarono a ravvedersi, e in un tempo medesimo con chieder misericordia a Sua Maestá cercasse di salvar la vita e la riputazione. Nella stessa disperazione di caso tanto orrendo manifestamente si vide che a tal segno nel Lipsio crebbe la costanza e l’ardire del cuor franco contro gli spaventi della morte, che ad Apollo rispose che fosse fatta la sua volontá, che non poteva morire ignorante chi perfettamente mostrava di posseder la gratitudine, reina di tutte Fumane virtudi : che però le fiamme che dovevano consumarlo, avrebbono reso maggiore splendor di gloria che di fuoco, e che in quell’ultimo punto della sua vita si protestava ch’egli in tanto non riconosceva vero il delitto oppostoli di soverchiamente aver amato e onorato il suo Tacito, che per gli obblighi infiniti che li portava piú dei dolori della morte l’escruciava il travaglio di conoscere ch’egli li moriva ingrato: e che l’agonia nella quale lo vedevano tutti, non nasceva dallo spavento che egli aveva di morire, ma dal dolore intenso che gli arrecava l’aver dalla