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onde Sua Maestá, gravemente dal Lipsio stimandosi offeso, dalla coorte pretoria de’ poeti lirici incontinente legato di catene lo si fece condurre alla sua presenza: e appresso con faccia sopra modo corrucciata e con gesti grandemente minacciosi Y interrogò in qual concetto nel suo cuore egli aveva un certo Cornelio Tacito, nato di un oglieraio da Terni. Ad Apollo rispose il Lipsio che egli stimava Tacito l’antesignano di tutti gli storici sensati, il padre della prudenza umana, l’oracolo della vera ragion di stato, il maestro de’ politici, il corifeo di quegli scrittori ch’erano arrivati alla gloria di usar negli scritti loro piú concetti che parole, la vera norma per imparare a scrivere le azioni de’ prencipi grandi con la dotta luce della vera cagion di esse — artificio raro e che solo era saputo dai piú nobili maestri dell’arte isterica, come quello che grandemente rendeva glorioso chi sapeva usarlo, dotto chi aveva giudicio di ben considerarlo, — l’ idea della veritá istorica, il vero dottor de’ prencipi, il pedagogo de’ cortigiani, la pietra sopraffina di paragone nella quale il mondo poteva assaggiare il genio de’ prencipi, la stadera con la quale esattissimamente altri poteva pesare il vero valore degli uomini privati, il libro che perpetuamente doveano aver per le mani i prencipi che volevano imparar l’arte di ben comandare, i sudditi che desideravano posseder la scienza di ben ubbidire. Da questo tant’affettato encomio e da lodi tanto esaggerate facilmente Apollo venne in cognizione che il Lipsio apertamente idolatrava Tacito. Onde con animo alteratissimo : — Dunque, o Lipsio, — li disse, — in qual conto avrai tu me, padre delle buone lettere, supremo signor delle scienze, assoluto prencipe dell’arti liberali, monarca d’ogni virtú, se con tanta empietá e sfacciatezza idolatri uno scrittore agli uomini buoni sopra modo odioso, ai professori della lingua latina per la novitá della frase, per l’oscuritá del parlare, per la viziosa brevitá del dire, per la dottrina politica tanto crudele ch’egli insegna, sommamente esoso, con la quale piú tosto forma crudeli tiranni che prencipi giusti, sudditi viziosi che dotati di quella semplice bontá che a’ prencipi tanto facilita il buon governo degli stati, chiaramente vedendosi che co’ suoi empi precetti i prencipi legittimi converte