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per acquistar loro quel sèguito della vii plebe, che ne’ vostri infelicissimi senatori Siila, Mario, Cinna, Crasso, Pompeo e Cesare destò quell’ambizicn di regnare, che vi pose l’ infelice e vergognosa catena della servitú che ora portate al piede. Disordine gravissimo, e dal quale so che voi riconoscete tutti quei vostri mali, che tanto vi hanno resa famosa anco nelle calamitadi. E sappiate che i nostri senatori molto acconciamente somigliano quelle giovani pulzelle, che caste di animo e vergini di corpo vanno a marito; perché cosi come i trascurati mariti con mandarle a tutte le feste le pongono ne’ balli dei puttanesimi, cosi le patrie libere co’ premi delle memorie pubbliche, che altrui acquistano l’aura populare e il sèguito della vii plebe, imprudentissimamente mettono gli animi civili e ben composti de’ senatori loro ne’ salti delle tirannidi. —