Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/166

RAGGUAGLIO XLIV

Batista Platina, da Agostino Nifo bruttamente essendo stato bastonato, con poca sua riputazione dell’ ingiuria ricevuta si querela con Apollo.

Batista Platina, che fa la pasticceria nella cantonata del fòro olitorio, mentre l’altra mattina stava lavorando una delicata crostata, Agostino Nifo da Sessa, celebre filosofo napolitano, gli entrò in bottega, e pigliò lo stenderello con che il Platina faceva la pasta della crostata, e con lui talmente lo maltrattò di bastonate, che lo pestò tutto; e tale fu la rabbia del Nifo, che per certo l’averebbe ucciso, se i virtuosi che corsero al rumore non l’avessero impedito. Il -misero Platina, cosi maltrattato com’egli era, si fece portar avanti Apollo, col quale acerbamente si querelò del Nifo; e disse che piú delle busse gli pesava il saper certo che da quel filosofo, sempre caramente amato da lui, non avea meritato cosi brutto affronto. Apollo con gran cordoglio senti l’eccesso del Nifo, e ordinò ch’egli subito fosse chiamato : il quale, essendo comparso, da Sua Maestá ifu interrogato, qual cagione l’avea mosso a disonorare un virtuoso della qualitá del Platina. Arditamente rispose il Nifo, ch’egli, violentato dal mal procedere del Platina, era stato forzato con un bastone vendicare un fregio vergognosissimo, ch’egli nel volto gli avea fatto dall’ uno all’altro orecchio. Esclamò allora il Platina, e piangendo cosi disse al Nifo: — Agostino, io sempre ho ammirato la virtú vostra e amata la vostra persona quanto l’anima mia; e voi senza proposito alcuno avete offeso quel vostro amico, cui siete obbligato amare e guiderdonare. — Si rivoltò allora il Nifo verso Apollo, e li disse che pochi giorni prima, avendo egli voluto ricrearsi con fare una privata cena a Matteo degli Afflitti, all’Altomare, al Tansillo, al Porta e ad altri virtuosi napolitani, aveva mandato alla bottega del Platina per un pasticcio di vitella, che li fu subito pagato; e che il Platina, non mai offeso da lui, la mattina vegnente, senza proposito alcuno,