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vi passeggi chi aveva machinato contro la vita e lo stato del suo signore, i prencipi tutti minor vergogna loro stimavano mancar di parola, che viver con fregio tanto vergognoso al volto. Che però questi tali di quei perdoni solo potevano assicurarsi, che a’ prencipi apportavano lode di clemenza ; ma che di quelli che al mondo tutto li facevano conoscere per vigliacchi, come di una fune affatto fracida dovevano fidarsi.

Poco stante avanti Apollo comparve Giovanpaolo Lancellotto, famosissimo giurista perugino; il quale a Sua Maestá presentò i compitissimi commentari che ultimamente egli avea composti alla mirabil sua Instituta canonica. Ancorché con ciera gratissima e con accoglienza amorevolissima da Apollo fosse ricevuto quel nobile virtuoso, non però rimase Sua Maestá di dirli ch’egli pessimamente si era consigliato a chiosare il testo Innatissimo della sua Instituta : perché gl’ ingegni eminenti de’ letterati suoi pari, che esattamente possedevano le materie delle quali scrivevano, con sommo artificio usando una molto ristretta e succosa brevitá, quasi altrui desser la sostanza e la quinta essenza con lunghi sudori da essi cavata dalle scienze piú diffícili, con infinita riputazione loro mostravano scrivere a’ dotti che delle materie da essi trattate avevano compita intelligenza : quali lasciando senza commentari, al mondo tutto mostravano che quello che agli altri pareva oscuro e diffícile, ad essi era chiaro e molto facile; che poi accadeva che altri virtuosi, per pubblico beneficio degli amatori delle buone lettere commentando le dotte fatiche altrui, co’ bellissimi ingegni loro talmente d’ intelletti vari, di significati diversi le ornavano, che bene spesso li facevano dir cose esquisitissime e dal suo autore non mai immaginate: come al grande Aristotile, dall’eminentissimo ingegno di Averroe tanto illustrato, felicissimamente era accaduto, e ad Omero, che sopra ogn’altro scrittore essendo stato fortunato di aver felicissimi commentatori, delle dotte fatiche altrui in infinito si era arricchito.

L’ultimo che comparve nella visita fu l’ imperador Claudio Nerone; il quale fece sapere ad Apollo che, finalmente essendosi egli avveduto dell’ infame impudicizia di Agrippina sua