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122 RAGGUAGLI DI PARNASO

sapere a Sua Maestá che, con la gratitudine di aver tra i virtuosi dispensato il patrimonio suo tutto avendo meritata la pregiata prerogativa che mecenati fossero chiamati tutti quelli che verso i letterati usata aveano liberalitá singolare, sommamente gli doleva che il suo nome sregolatamente senza le debite circonstanze da alcuni vili e affamati letteratucci, per picciolissima mercede che ricevevano da’ prencipi venisse scialacquato. Grandemente ad Apollo dolse la querela di Mecenate; e acciò titolo tanto glorioso perpetuamente si mantenesse nel suo decoro, decretò che per l’avvenire, sotto la pena dell’ infamia, niuno si trovasse che con l’onorato titolo di mecenate ardisse di chiamar prencipe alcuno, se da lui non avea prima ricevuta la liberalitá del vitto lauto e del vestito magnifico finché gli durava la vita.

Con pompa poi che diede diletto all’audienza tutta, avanti Apollo comparve il gran Tamerlane scita; il quale per la faccia sua bizzarra, per l’abito nuovo, agli occhi de’ letterati fu di curiositá e di contento mirabile. Quest’uomo veramente singolare, che con borioso titolo voleva esser chiamato imperadore di tutto l’oriente, poiché, secondo il costume della sua nazione, con solo un poco chinar il capo ebbe fatta riverenza ad Apollo, disse che a lui, perché ottenesse in Parnaso luogo degno di un suo pari, non era bastato di vii pastore con la sua virtú esser salito alla grandezza di aver formato un imperio immenso, e di solo tra tutti i prencipi dell’ universo in campagna aperta avere sconfitti i numerosi eserciti ottomani, e fatto suo prigione il prencipe di monarchia tanto tremenda; poiché con grave sua ingiuria si trovava posto nella classe de’ capitani famosi, e non in quella, che con molta ragione gli pareva di meritare, de’ fondatori dei regni grandi, tra’ quali egli vedeva Romolo, Cesare, Ferramondo, Ottomano e altri molti. A Tamerlane rispose Apollo che, gran differenza facendosi in Parnaso dallo scorrere con gli eserciti armati numero grande di regni e dal fondar un imperio, molto malamente egli pretendeva il luogo di fondator di monarchie, il quale solo a quelli si concedeva che al valore di saper acquistare avevano congiunta la rara prudenza di saper mantenere. Perché negli acquisti avendo luogo la bravura di molti soldati, il sicura