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RAGGUAGLIO XXXII

La milizia de’ soldati giannizzeri, per vedere un soldato del suo corpo malamente premiato, si solleva contro la Monarchia ottomana, e Apollo quieta il rumore.

Con terror grande de’ potentati tutti che risiedono in questo stato di Parnaso, nel quartier della Monarchia ottomana nacque la settimana passata sollevazion tale, che per tutta la cittá sonarono le campane all’armi, e quella potente signoria in un subito pose all’ordine i suoi numerosi eserciti; e come se con essi avesse voluto fare un generai fatto d’arme, in piú squadroni gli spiegò alla campagna: onde i germani, gli spagnuoli e i prencipi italiani, per quella novitá grandemente ingelositi, ancor essi pigliarono le armi, e in gran diligenza mandarono gli scorridori per pigliar lingua di quei rumori; i quali riferirono che la milizia tutta de’ soldati giannizzeri contro la Monarchia ottomana si era sollevata. Apollo, che subito fu avvisato di quel romore dalle coorti pretoriane de’ poeti satirici che nel fòro delfico perpetuamente stanno armate, fece quietar il rumore, e appresso comandò che la Monarchia ottomana e i capi dei giannizzeri che si erano sollevati li comparissero avanti; e perché cosi, la Monarchia ottomana come i soldati giannizzeri accompagnati da numero grande di gente volevano presentarsi avanti Apollo, dai lirici poeti, che esercitano il carico di portieri, furono avvisati che in somiglianti occasioni di brighe ai prencipi si andava solo o con modesta compagnia. Di modo che la Monarchia ottomana col suo primo visir, e il giannizzero per cagion del quale era nata la sollevazione, senza aver seco altra compagnia, furono ammessi all’audienza reale di Sua Maestá. Interrogò allora Apollo il giannizzero della vera cagione di quel tumulto : al quale rispose ch’egli in compagnia di uno spahi, con evidente pericolo di perder la vita, nella Persia aveva sorpreso l’ importante piazza di Teflis; per la qual azione, che all’imperio ottomano era stata d’ infinita commoditá, lo spahi col grado di