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78 | LA TESEIDE |
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Questo ne porterò agl’infernali
Iddii quasi contento: e se e’ fia
Il corpo mio donato agli animali,
Senz’altro fuoco, ciò l’alma disia:
Però che parte degli miei gran mali
Di qua della riviera oscura e ria,
La qual vuoi far passare a’ greci morti,
Io celerò, se non fia chi men porti.
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Or fa’ omai quel che t’è più a grato,
Ch’io non men curo: e tacque: ed intrattanto
L’avie Teseo già tutto disarmato:
E quasi tutto del sangue e del pianto
Il vide il duca del viso cambiato,
E già era freddato tutto quanto:
Però conobbe l’anima dolente
Esser partita del corpo spiacente.
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Il quale e’ lasciò quivi, e risalio
Sopra ’l destriere e fra’ suoi ritornossi;
E tutto quanto ardendo nel disio
D’aver vittoria, focoso ficcossi
Tra gli nimici, e ’l primo che fedio
Alli suoi piedi morto coricossi:
E ’l simil fece a’ più degli altri fare;
Per che nessun l’ardiva ad aspettare.