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76 | LA TESEIDE |
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Corsonsi addosso li duo cavalieri,
Chiusi nell’armi, e valorosamente
Si cominciaro a fedire i guerrieri,
Com’uomini che s’odian mortalmente,
E come que’ che avrebbon volentieri
L’un l’altro a morte dato certamente:
E già pe’ colpi tutte magagnate
S’avevan l’armi, e le carni tagliate.
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Teseo di cruccio tutto quanto ardea
Vedendo di Creonte il gran durare,
E fra sè stesso fremendo dicea:
Demmi costui alla fine menare?
Poi tutte in sè sue forze raccogliea,
E furïoso li si lascia andare
Addosso a lui, e per tal forza il fere,
Che lo gittò per morto del destriere.
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Teseo allora del caval discese,
Dicendo: o fier tiranno, or’è venuto
Il dì che ’l tuo mal viver tanto attese:
Ora sarà tuo fallo conosciuto,
Or fien punite le già fatte offese
Da te, or fia ’l tuo viver compiuto,
E le tue armi i’ sagrerò a Marte,
Benigno iddio a me in ogni parte.