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72 | LA TESEIDE |
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Andiamo a lui adunque, il fier Creonte
Umil facciam colle spade tornare,
Sì ch’egli lasci l’ombre ad Acheronte,
Poi sien sepolti i corpi, trapassare.
Noi non andiamo, acciò ch’a Demofonte
Rimanga, regno altrui a usurpare,
Ma a ragione a rilevar sua gloria,
Per che gl’iddii ci doneran vittoria.
48
E’ non fu più lasciato avanti dire,
Che un rumor surse che ’l cielo toccava:
Tutti siam presti di voler morire
D’intorno a te; e già molto ci grava
Che in ver Creonte non prendiamo a gire,
Poi ch’opera commette così prava:
E voi vedrete nell’operar nostro,
Signor, se ci fie caro l’onor vostro.
49
Teseo adunque, senza rivedere
Il vecchio padre o parente od amico,
Uscì d’Atene, e non gli fu in calere
D’Ippolita l’amor dolce e pudico,
Nè alcun altro riposo, per potere
Gloria acquistar sopra degno nimico:
E come egli era entrato nella terra,
Così ne uscì alla novella guerra.