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LIBRO SECONDO | 67 |
32
Pietose adunque a questo estremo onore
Voler donar, d’Acaia ci movemmo:
Ma come a noi contato fu il tenore
Di tal’editto, i passi qua volgemmo,
E porger prego a te, caro signore,
Di tal’oltraggio con noi proponemmo,
Il qual l’abito nostro per noi doni
A te in prima e poi a’ tuoi baroni.
33
S’alto valor, come crediam, dimora
In te, a questo punto sii pietoso:
Tu ne averai alto merito ancora;
E oltre a ciò, ciò che uom virtuoso
De’ far farai; se altri da te infuora
Far lo volesse, en dovresti cruccioso
Essere, ed impedirlo, acciocchè avessi
La gloria tu di punir tali eccessi.
34
Deh se l’abito nostro e ’l lagrimare
Non ti muovon; nè preghi nè ragione
A far che ’l pio ufizio possiam fare,
Muovati almen la trista condizione
Di que’ che già fur re, non gli lasciare
Nella futura fama in dirisione;
E’ furon teco già d’un sangue nati,
E come te ancor Greci chiamati.