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LIBRO SECONDO | 65 |
26
Chi son costor che a’ nostri lieti avventi
Co’ crini sparti battendosi il petto,
Di squallor piene in atri vestimenti,
Tutte piangendo? come se ’n dispetto
Avesson la mia gloria, all’altre genti,
Siccome io vedo, cagion di diletto?
Disse Teseo stupefatto stando:
A cui una rispose lagrimando:
27
Signor, non ammirar l’abito tristo
Che innanzi a tutte ci fa dispettose,
Nè creder pianger noi del tuo acquisto,
Nè d’alcuno tuo onor esser crucciose:
Benchè l’averti in cotal gloria visto
Pe’ nostri danni ne faccia animose
A pianger più, che non facemmo forse
Essendo pur dal primo dolor morse.
28
Dunque chi siete? disse a lor Teseo,
E perchè sì nella pubblica festa
Sole piangete? Allora oltre si feo
Evanes più che nessun’altra mesta,
Dicendo: sposa fui di Capaneo,
E qualunque altra che tu vedi in questa
Turba, di re fu madre, o moglie, o suora,
O figlia, ed aprirotti che ci accora.
bocc. la teseide | 5 |