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60 | LA TESEIDE |
11
Perciocchè dopo Anfiarao, Tideo
Stato era ucciso, e ’l buono Ippomedone,
E similmente il bel Partenopeo,
E più Teban, de’ qua’ non fo menzione,
Innanzi e dopo al fiero Capaneo,
E dietro a tutti in doloroso agone,
Eteocle e Polinice ognun fedito
Morti, ed Adrasto ad Argo era fuggito.
12
Onde il misero regno era rimaso
Voto di gente, e pien d’ogni dolore;
Ma in picciol’ora da Creonte invaso
Fu, che di quello si fe’ re e signore,
Con tristo augurio, e ’n doloroso caso
Recò insieme il regno suo e l’onore,
Per fiera crudeltà da lui usata,
Mai da null’altro davanti pensata.
13
Esso con fiero core i Greci odiando,
Poichè fur morti, in lor l’odio servava,
Perch’egli avea con gravissimo bando
Vietato a chi sua grazia disiava,
Che a nullo corpo morto, quivi stando,
Fuoco si desse, e imputridir lasciava
Lor sozzamente senza sepoltura,
Qual delle fiere pria non fu pastura.