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LIBRO SECONDO | 57 |
2
Quand’esso colla sua novella sposa
In lieta vita e dolce dimorava
Senza pensiero d’alcun’altra cosa,
Ed appena di Atene si curava:
Ma il piacere divin più glorïosa
Vittoria assai che quella gli serbava:
Onde gli fe’ nuova vision vedere,
Perchè del ritornar gli fu in calere.
3
Nel dolce tempo che il ciel fa belle
Le valli e’ monti d’erbette e di fiori,
E le piante riveste di novelle
Fronde, sopra le quali i loro amori
Cantan gli uccelli; e le gaie donzelle
Di Ceterea più sentono gli ardori,
Era Teseo dal dolce amor distretto
In un giardin pensando a suo diletto.
4
Nel qual da una parte solo stando,
Gli parve seco con viso cruccioso
Per man tener Peritoo ragionando,
Dicendo a lui: Che fai tu ozïoso
Con Ippolita in Scitia dimorando
Sotto Amore offuscando il tuo famoso
Nome? Perchè in Grecia oramai
Non torni, ove più gloria avrai assai?