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LIBRO PRIMO | 45 |
107
Dunque mi lascia in pace per tuo onore,
Senza voler più tua fama guastare,
Che ti perdono ciascun disonore
Che fatto m’hai, o mi volessi fare:
E se nol fai, con forze e con dolore
I’ ti farò la mia terra sgombrare:
Nè qui mi troverai qual festi al lito,
Perch’io ti giucherò d’altro partito.
108
Quando Teseo la lettera ebbe udita,
A’ suoi baroni e’ disse sorridendo:
Beato a me che campato ho la vita
Mercè di questa donna, che ammonendo
Mi manda, acciocchè mia fama fiorita
Tra le genti dimori, me vivendo.
Poi si rivolse a quelle donne, e disse:
Tosto risposto fia a chi ne scrisse.
109
In cotal guisa fe’ scrivere allora:
Ippolita reina alta e possente,
La quale il popol femminile onora,
Teseo duca d’Atene e la sua gente,
Salute tal qual ti bisogna ora,
Cioè la grazia mia veracemente:
Una tua lettera e messi vedemo,
Per questa ad essa così rispondemo.