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LIBRO DUODECIMO | 431 |
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Partirsi adunque i re, e ciascun prese
Quanto potette il cammin suo più corto
Per tosto ritornare in suo paese:
E Palemone in gioia ed in diporto
Colla sua donna nobile e cortese
Sì si rimase e con sommo conforto,
Quel possedendo che più gli piacea,
Ed a cui tutto il suo ben volea.
84
Poichè le Muse nude cominciaro
Nel cospetto degli uomini ad andare,
Già fur di quelli i qua’ l’esercitaro
Con bello stile in onesto parlare,
E altri in amoroso le operaro:
Ma tu o libro, primo a lor cantare
Di Marte fai gli affanni sostenuti,
Nel volgar lazio non mai più veduti.
85
E perciò che tu primo col tuo legno
Seghi quest’onde non solcate mai
Davanti a te da nessun altro ingegno,
Benchè infimo sii, pure starai
Forse tra gli altri d’alcun onor degno:
In tra gli qua’ se vieni, onorerai
Come maggior ciaschedun tuo passato,
Materia dando a cui dietro hai lasciato.