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426 | LA TESEIDE |
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Quivi non fu alcuno indugio dato:
Ma fatto cerchio intorno dell’altare,
Ch’era di fiori e di frondi adornato,
Fecero a’ preti lì sacrificare;
E con voci pietose fu chiamato
L’aiuto d’Imeneo, siccome fare
Era usato in Atene alla stagione,
E dopo quel l’altissima Giunone.
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E po’ in presenza di quella santa ara
Il teban Palemon gioiosamente
Prese e giurò per sua sposa cara
Emilia bella a tutti i re presente;
Ed essa, come donna non ignara,
Simil promessa fece immantenente;
Poi la baciò siccome si convenne,
Ed ella vergognosa sel sostenne.
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Questo fornito, al palagio tornaro
Con somma festa dinanzi e d’intorno,
Li greci re Emilia intonïaro,
Non senza ordine debito e adorno,
Come si convenia, con passo raro;
E l’ora quinta già venía del giorno,
Quando venuti nel palagio, messe
Trovar le mense, ed assisersi ad esse.