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LIBRO DUODECIMO | 419 |
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Deliberò Teseo con gli suoi quando
Le sponsalizie si dovesson fare;
E per Atene mandò comandando
Che ciascun s’apprestasse al festeggiare:
Indi venendo il giorno approssimando,
Ciascun si cominciò ad apprestare,
Secondo il proprio stato, a fare onore
Alla giovane Emilia di buon cuore.
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E già Arcita uscito era di mente
A ciaschedun, nè più si ricordava,
Ognuno a festa intendea solamente,
E delle nozze lo giorno aspettava:
Il qual venuto bello e rilucente
Ad allegrezza ciascun confortava:
Perchè fece Teseo il tempio aprire
Di Venere per quivi voler gire.
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Ed in quel simigliantemenle feo
Li sacerdoti andar, li qua’ portaro
La immagine bella d’Imeneo:
Ed el con un vestir nobile e caro,
Di dietro seguitando il vecchio Egeo,
Con tutti gli altri re a quel n’andaro,
E Palemon con loro, allegro tanto,
Che mai non si potrebbe mostrar quanto.