Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
416 | LA TESEIDE |
38
Allor Teseo ad Emilia voltato,
La quale in tra le donne sospirava
Dolente molto col capo chinato,
E le parole tututte ascoltava,
Con animo di nulla ancor piegato,
Tanto più duol che altro l’ansïava:
A cui el disse: Emilia, hai tu udito:
Quel che io vo’ farai che sia fornito,
39
A questa voce tutta lagrimosa
Levò Emilia la testa, dicendo:
Caro signore, e’ non è nulla cosa
Ch’io non faccia, te voler sentendo:
Ma per l’amor che tu alla pietosa
Ombra d’Arcita porti, ancor sedendo
M’ascolta un poco; e poi, se tu vorrai,
Io farò ciò che comandato m’hai.
40
Siccome aver tu puoi udito dire,
Tutte le donne scitiche botate
Furo a Dïana allora che in disire
Ebber primeramente libertate,
E tu sai ben quel ch’è contravvenire,
E non servare alla sua deitate
Le cose a lei promesse: chè vendetta
Subita fa, qual sa quel che l’aspetta.