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414 | LA TESEIDE |
32
Pon dunque giù lo stolto immaginare,
E segui il mio voler, che so ti piace;
E vogli innanzi, mentre vivi, stare
In lieta vita e in contenta pace,
Che te con tristo pianto consumare,
Il quale innanzi tempo l’uom disface:
Così mi piace, e voglio che a te piaccia,
Nè parola di ciò ’ncontro si faccia.
33
A questo fu da molti Palemone,
Il qual taceva, molto confortato;
Ora uno or’altro usando suo sermone
Chente usar suolsi a così fatto piato;
Assegnando una e ora altra ragione,
Che da lui non doveva esser negato:
Laonde Palemone il viso alzando
Al cielo, in guisa tal s’udi parlando.
34
O Giove pio, che con ragion governi
La terra e ’l cielo, e doni parimente
A ciascheduna cosa ordini eterni,
Volgi gli occhi ver me, e sii presente,
E con giustizia il mio voler discerni,
Il qual ora si fa consenzïente
A quel del mio signor; nel che s’io sono
Peccator, prego che mi dii perdono.