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412 | LA TESEIDE |
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E se alcuno forse oppor volesse
A questa verità, ver me dicendo,
Se fosse vero ch’io amato l’avesse,
Non l’avrei incitato combattendo;
Risponderei che quella mi movesse
A tal follia, che sempre ita è accendendo
De’ nostri primi i cuori; ond’io saraggio
Sempre mai tristo, ch’io ci viveraggio.
27
Perchè se io Emilïa pigliassi,
Altro non fora che questo negare:
Nè per segno maggior ch’io disiassi
La morte sua, potrei altrui mostrare;
La qual quanto mi doglia credo sassi
Per tutti voi: non voglio adunque fare
Cosa che il contrario se ne veggia,
Nè di ciò prego ch’alcun mi richeggia
28
Se Arcita morendo questo disse,
Volle ver me usar sua cortesia,
Nè perciò legge a me in ciò prescrisse
Che s’io non la volessi fosse mia:
Ben mi credo che s’io vi consentisse,
Per cortesia renderei villania:
E però intendo che mentre ad altrui
Che a me non si dà, sia pur di lui.