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LIBRO PRIMO | 25 |
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A questa voce i legni fur tirati
Quasi in sul lito, e volendo smontare,
Già le scale poneano; quando alzati
Gli occhi ad un bel castel vicino al mare
Sopr’una montagnetta, onde calati
I ponti, gente vidono avvallare
Ben a cavallo armati, e in sulla rena
In prima fur che ’l vedessono appena.
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E quasi presi d’ogni parte i passi,
Con archi in mano or qua or là correndo,
Traendo le saette de’ turcassi
Con viva forza givan difendendo
Tagliate fatte avanti, e di gran sassi
I balzi a grosse schiere provvedendo;
Arpalice era questa che ’l faceva,
A cui commesso Ippolita l’aveva.
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Il gran Teseo magnifico barone
Poichè co’ suoi alle terre pervenne,
Vedendole guernite, per ragione
Per savie donne in l’animo le tenne:
Ed alquanto mutato d’opinione,
Fra mar lo stuolo suo fermo ritenne;
Poi fe’ ciascun de’ suoi apparecchiare,
Diliberando pur volervi entrare.