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LIBRO DUODECIMO | 409 |
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Se io credessi che riaver per pianti
Arcita si potesse, i’ dicerei
Che dovessimo pianger tutti quanti,
E caramente ve ne pregherei:
Ma non varria: però da mo in avanti
Ciascun festeggi, e ’l piangere e l’omei
Si lasci star, se piacer mi volete,
Che ’n questo tanto pur far lo dovete.
18
E oltre a ciò, quel ch’esso ultimamente
Pregò, si pensi mettere ad effetto;
Perocchè Foroneo, che primamente
Ne donò leggi, disse che il detto
Estremo di ciascun solennemente
Doveva, con ragione, esser perfetto:
Ed el pregò ch’Emilia fosse data
A Palemon che l’avea tanto amata.
19
Però deposte queste nere veste,
Ed il pianto lasciato ed il dolore,
Comincerem le liete e care feste;
E prima che si parta alcun signore,
De’ duo già detti nozze manifeste
Celebrerem con debito splendore;
Disponetevi adunque, i’ ve ne priego,
E quel ch’io vo’ facciate senza niego.