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402 | LA TESEIDE |
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Era in tal guisa tututto dipinto
Il nobil tempio, dentro al quale e’ pose
Di sacerdoti un numero distinto,
Gli qua’ le trieteriche dolorose
Il dì che Arcita fu da’ fati estinto
Dovesson celebrar maravigliose;
E riccamente il tempio fe’ dotare,
E d’ornamenti nobili adornare.
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E ’n mezzo d’esso fece prestamente
Una colonna di marmo pulita
Drizzar, sopra la qual d’oro lucente
Un’urna fu discretamente sita:
Dentro la qual la cenere tepente
Fece servare del suo amico Arcita;
Ed adornolla de’ seguenti versi
In guisa tal che ben legger potersi:
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Io servo dentro a me le reverende
Del buon Arcita ceneri, per cui
Debito sagrificio qui si rende.
E chiunque ama, per esempio lui
Pigli, se amor di soverchio l’accende:
Perocchè dicer può: qual se’ io fui,
E per Emilia usando il mio valore
Morii: dunque ti guarda da Amore.