Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LIBRO UNDECIMO | 399 |
80
Là dove il chiaro rivo il dilettava,
E ’l venticel che le frondi battea,
E ciascheduno uccel che lì cantava,
E lui dormente tutto si vedea:
Panfilo v’era ancor come ascoltava
In fra le frasche ciò ch’egli dicea,
E riportava ciò a Palemone,
Signor di lui, che ancor era prigione.
81
Di Panfil poscia v’era la malizia
Che egli usò quando fece Alimeto
Quivi venire, e simil la letizia
Di Palemon, quando si vide lieto
Fuor di prigion, dov’egli avea dovizia,
Vie più che d’allegrezza d’amor fleto:
E lui armato vedevasi andare
Nel tempo oscuro ad Arcita trovare.
82
Poscia vediesi nel boschetto sceso
Che attendeva Arcita ancor dormente;
Poi come desto, era fra lor conteso
Dell’amor della donna pianamente;
Poscia ciascuno di furore acceso
Neil’arme si vedeva parimente
Combatter fiero con aspra battaglia,
E come ognun di vincer si travaglia.