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LIBRO UNDECIMO | 391 |
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Ed oltre a questo, chi vi gittò freno,
Chi lancia, chi iscudo e qual balteo,
Chi elmo e qual barbuta, e altri pieno
Di saette turcasso, e chi vi deo
Archi e chi spade come me’ potieno,
E qual toraca ancor metter vi feo,
Chi carri trionfali e chi cavalli;
Tanto lor piacque a tutti onor di falli.
57
Il giorno inverso della notte andava,
E Vulcan lasso in ceneri recate
Le cose avea che ciascun gli donava;
Perchè con acque, per ciò ordinate,
Da’ Greci il rogo già si saporava:
E fine era alle cose, che lasciate
Appena, l’ombre fur sopravvenute:
Tanto le fero d’ogni onor compiute.
58
Egeo vi ritornò il dì seguente,
E con pietosa man tutte raccolse
Le ceneri da capo prima spente
Con molto vino, e di terra le tolse,
Ed in un’urna d’oro umilemente
Le mise, e quella in cari drappi involse,
E nel tempio di Marte fe’ guardare
Fin ch’altro loco le potesse dare.