Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LIBRO UNDECIMO | 385 |
38
Sopra le spalle li Greci maggiori
Il feretro levarsi lagrimando,
E con esso d’Atene usciron fuori,
Con alto pianto la gente gridando,
Gl’iniqui iddii e li loro errori
Con alte boci spesso bestemmiando;
E infino al loco per la pira eletto
Porlaro i duci il miserabil letto.
39
La qual già fatta in quel loco trovata,
E d’ogni legno ricca, sopra d’essa
Ebbero la lettiera riposata,
La qual fu tosto dalla gente spessa,
Che gli seguiva, tutta intornïata,
Per ciò veder, con dissoluta pressa:
E poi gli duci indietro si tiraro,
E gli altri che venivano aspettaro.
40
Là venne Palemone, al quale Egeo
Dolente andava dal suo destro lato,
E dal sinistro gli venia Teseo,
Dagli altri regi poi tutto fasciato:
Emilia poi appresso si vedeo,
Cui più debole sesso sconsolato
Accompagnava, ed essa in mano il foco
Feral recava al doloroso loco.
bocc. la teseide | 25 |