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LIBRO UNDECIMO | 383 |
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Quando gli Achivi in abito doglioso
Entraron dentro all’aula piangente,
Allora il pianto assai più doloroso
Incominciò e d’una e d’altra gente,
Più forte che non fu quando il dubbioso
Mondo lasciò quell’anima dolente,
E rintegrossi più volte, e ristette
Dentro le menti da dolor costrette.
33
Nè dal tumulto tacque alcuna volta
La stupefatta casa che Egeo
A Palemone con parola molta
Non desse alcun conforto, s’el poteo,
A lui mostrando in quanto male involta
Fosse la vita d’esto mondo reo,
E le cose durissime occorrenti
Miseramente ogni giorno a’ viventi.
34
E benchè Palemon forse tacesse,
E’ non l’udia, se non come Atteone
Si crede che la sua turba intendesse:
Anzi piangeva in sè, nè orazïone
Esser poteva che da ciò il traesse;
Tanto nel core aveva compassione
Al trapassato suo più caro amico,
A cui ingiustamente fu nemico.