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378 | LA TESEIDE |
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Come d’Atene si vide quel giorno,
Nel quale altro che pianger non s’udiva:
Nessuno andava per la terra attorno,
O el della sua casa non usciva,
In quella stando siccome musorno,
O se n’uscisse alla corte sen giva
Per rimirar l’esequie dolorose
Nate dell’aspre battaglie amorose.
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Alta fatica e grande s’apparecchia,
Cioè voler l’antico suol mostrare
All’alto Febo della selva vecchia,
La qual Teseo comandò a tagliare
Si andasse, acciò ch’una pira parecchia
Alla stata d’Ofelte possan fare:
E, se si puote, ancor la vuol maggiore,
In quanto fu più d’Arcita il valore.
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Essa toccava colle cime il cielo,
E’ bracci sparti e le sue chiome liete
Aveva molto, e di quelle alto velo
Alla terra facea, nè più quiete
Ombre l’Acaia avea, nè giammai telo
L’aveva offesa, o altro ferro sete
N’aveva avuta, ma la lunga etade
D’essa, tenner per degna deitade.