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LIBRO UNDECIMO | 375 |
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Piangeano i re offesi da pietate
E da dolore, e piangea Palemone,
Piangevan gli altri d’ogni qualitate,
E di età vecchio, o giovane o garzone:
E come prima in Atene occupate
Erano in feste, ora in desolazione
Tututte si vedeano lagrimose,
E d’alti guai oscure e tenebrose.
9
Niuno potea racconsolar Teseo,
Sì avie posto in lui perfetto amore;
Il simile avveniva di Peleo,
E del buon Peritoo e di Nestore,
E d’altri assai, ed ancora d’Egeo,
Il qual la bianca barba per dolore
Tutta bagnata aveva per Arcita
Allor passato della trista vita.
10
Ma come savio, ed uom che conoscea
I mondan casi e le cose avvenute,
Siccome quel che assai veduto avea,
Il dolor dentro strinse con virtute,
Per dare esempio a chiunque il vedea
Di confortarsi delle cose sute:
E poi s’assise a Palemone allato,
Il qual faceva pianto smisurato.