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356 LA TESEIDE


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Gli ultimi baci solamente aspetto
     Da te, o cara sposa, i qua’ mi dei;
     Ti prego molto; questo sol diletto
     In vita omai attendo, ond’io girei
     Isconsolato con sommo dispetto,
     Se non gli avessi, e mai non oserei
     Gli occhi levar tra’ morti innamorati,
     Ma sempre gli terrei fra lor bassati.

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Fatti erano i begli occhi rilucenti
     D’Emilia due fontane lagrimando,
     E fuor gittando sospiri cocenti,
     Del suo Arcita il parlare ascoltando:
     E ben vedeva per chiari argomenti
     Che, com’egli dicea, venía mancando;
     Perch’ella in voce rotta ed angosciosa
     Così rispose tutta lagrimosa.

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O caro sposo a me più che la vita,
     Non verso te son crucciati gl’iddii:
     Io sola son cagion di tua partita:
     Io nocevole sono a’ tuoi disii.
     Quest’è vecchia ira incontro a me nutrita
     Ne’ petti lor siccome già sentii,
     Li qua’ del tutto lo mio matrimonio
     Negano, ed io ne veggio testimonio.