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LIBRO DECIMO | 355 |
62
Ed io che tu sii sua me ne contento
Più che d’altrui, poi esser non puoi mia:
Ferma in lui il tuo intendimento,
E quel pensa di far che el disia;
Ed io son certo ch’ogni piacimento
Di te per lui sempre operato fia:
Egli è gentile, bello e grazïoso,
Con lui avrai e diletto e riposo.
63
Io muoio, e già mi sento intorno al core
Quella freddezza che suole arrecare
Con seco morte; ed ogni mio valore
Senza alcun dubbio in me sento mancare:
Però quel ch’io dico, per amore
Farai, poi più non posso teco stare:
I fati t’hanno riserbata a lui;
Me’ sarai sua, non saresti d’altrui.
64
Ma non pertanto l’anima dolente,
Che se ne va per lo tuo amor piangendo,
Ti raccomando, e pregoti che a mente
Ti sia tutt’ora, mentre ch’io vivendo,
Qui starà sotto del bel ciel lucente,
A te contenta la verrò traendo:
Ch’i’ me ne vo, nè so se tu verrai
Là dove i’ sia, ch’i’ ti riveggia mai.