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LIBRO PRIMO | 17 |
23
Perciocchè voi in questo vostro regno
Coronata m’avete, e’ s’appartiene
A me di porre e la forza e lo ’ngegno
Per la salute vostra, e si conviene,
Senza passar di mio dovere il segno,
Nel prestar guiderdone e porger pene:
Ond’io, a ciò sollecita, chiamate
V’ho perchè voi a me con voi atiate.
24
Non vede il sol, che senza dimorare
D’intorno sempre ci si gira, in terra
Donne quanto voi siete da pregiare;
Le qua’, se in ciò il mio parer non erra,
Per voler viril animo mostrare
Contro a Cupido avete preso guerra:
E quel ch’all’altre più piace fuggite,
Uomini fatte, non femmine ardite.
25
E che questo sia vero assai aperto
Non ha gran tempo ancora il dimostraste,
Allor ch’Amor nè paura nè merto
Non vi ritenne, che voi non mandaste
A compimento il vostro pensier certo
Quando da servitù vi liberaste:
Nell’arme sempre esercitate poi
Cacciando ogni atto femminil da voi.
bocc. la teseide | 2 |