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318 | LA TESEIDE |
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Questo ordinato, fe’ ’l teatro aprire
Teseo, e ’n cotal guisa n’usci fore
Arcita trionfando, al cui venire
Ciascun faceva mirabile onore:
E fe’ quell’arme al gran Marte offerire,
E ringraziollo con pietoso core
Della vittoria ch’avea ricevuta:
Poi fe’ dal tempio presta dipartuta.
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E’ circuiFonte/commento: Milano, 1964 la terra trionfando
In questa guisa con molta allegrezza,
La sua Emilia sovente mirando,
E più che mai lodando sua bellezza:
E ben mill’anni ognor gli parea quando
Quella dovesse goder con lietezza:
E l’avvenuto caso biasimava,
E seco molto se ne contristava.
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Ella si giva onesta e vergognosa
Con gli occhi bassi, da ciascun mirata;
In guisa tal, qual suol novella sposa
Per vergogna nel viso colorata:
A tututti piacente e grazïosa,
E da ciascuno egualmente lodata:
E simil era ancora il buono Arcita,
Bench’egli avesse sembianza smarrita.