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316 | LA TESEIDE |
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E benchè fosse ancor molto stordito
Per la caduta del fiero destriere,
Non era egli ancor sì indebolito,
Che non vi stesse bene su a sedere
Di drappi trionfal tutto vestito,
E coronato secondo il dovere
Di verde alloro, e su vi gì con esso
La bella Emilia sedendogli appresso.
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Così volle Teseo ch’ella n’andasse,
Per più piacere al grazïoso Arcita,
E acciocch’ella ancora il confortasse,
Se sua sembianza tornasse smarrita
Per accidente che ’n lui si mutasse:
Di che Arcita la penosa vita
Riconfortò non poco, disioso
Mirando spesso il bel viso amoroso.
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Cromis ancora tutto quanto armato
Vi gì, con forte mano i fren reggendo
De’ cava’, da cui il carro era tirato:
E gli avversarii, quello antecedendo,
Girono a piè ma ciascun disarmato:
E certo non costretti, ma volendo,
Come gli avea pregati Palemone,
Ad Arcita per dar consolazione: