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LIBRO NONO | 313 |
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El fe’ chiamar più medici, e venire
Nel loco, i qua’ di vin tutto il lavaro,
E con loro argomenti fer reddire
A lui il parlar, che l’ebbe molto caro:
Poi le sue piaghe li fecer coprire
Di fini unguenti, e tututto il lenzaro,
E poi ch’alquanto fu riconfortato,
A seder lì fra lor si fu levato.
24
E con voce non salda umilemente
Dimandò qual di loro era vittore:
A cui Teseo rispose tostamente:
Amico mio, del campo è tuo l’onore.
Allor diss’egli: adunque la piacente
Emilia ho guadagnata e ’l suo amore?
Teseo rispose: si, ecco tua sia;
Omai nèFonte/commento: Milano, 1964 fa’ ciò che ’l tuo cor disia.
25
A cui e’ disse: se io ne son degno,
Deh fammi alquanto la sua voce udire,
A me più cara ch’alcun altro regno,
E fa’ ch’io possa in le sue man morire:
Perocchè ancora ferma openion tegno
Ch’e’ regni neri senza alcun martire
Visiterò s’i’ la posso vedere,
O dar l’anima mia al suo piacere.