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302 | LA TESEIDE |
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Così le fece, il subito vedere
Di cui esser credea, pensier cangiare:
Ciascun si guardi adunque di cadere,
E del non presto potersi levare,
Se non gli è forse caro di sapere
Chi gli è amico, o chi amico pare;
Colui che ’n dubbio davanti era amato,
Ora con certo core è abbandonato.
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Or loda seco Emilia la bellezza
D’Arcita tutta e ’l nobil portamento;
Or le pare più somma la prodezza
Di lui, e troppo maggior l’ardimento;
Or crede lui aver più gentilezza,
Or più cortese il reputa l’un cento;
Là dove prima le pareano eguali,
Or le paion del tutto diseguali.
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Ora preso partito, ed appagata,
Dagl’iddii tiensi d’avere il migliore;
E già d’Arcita si dice sposata,
E già gli porta non usato amore
Occultamente, e già spessa fïata
Pregò gl’iddii per lo suo signore,
E con nuovo disio il va mirando
L’opere sue sopra tutto lodando.