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276 | LA TESEIDE |
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Il quale il ne portò tutto stordito
Del teatro di fuor forte correndo,
Dove da Tarso e da Cidon seguíto
Fu, che ’l ritenner, che giva dormendo:
Ma nol ritenner pria che risentito
Il re si fu, ed a caval credendo
Essere ancora, voleva tornare
Il colpo ricevuto a vendicare.
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Ma nulla fu, poi si trovò smontato,
Ed al ritondo teatro di fuore:
Perchè conobbe ch’egli era privato
Di combattere il dì: onde dolore
Intollerabil ebbe, e non provato
Da altrui mai; onde con tristo core
Co’ suoi ch’eran con lui al suo ostello
Se n’andò disdegnoso e tutto fello.
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E quale degli armenti ancor bramoso
Sol pien di sangue rimane il leone,
Cotal Peleo tutto sanguinoso,
Senza trovar nè bestie nè persone
De’ già feriti, sen gì polveroso,
Rodendosi sè in sè tutto fellone,
Perchè non s’era ritornar potuto,
Com’egli avrebbe volentier voluto.