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LIBRO OTTAVO 275


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E con lor fu Linceo ed Eurizio,
     E ’l buon Fenice figliuol d’Amintore,
     Ed Ezïon e Pelopeo Narizio,
     Ciaschedun uom di non piccol valore;
     Ed ancora con loro era Caspizio;
     Li qua’ ben ch’essi avesser le lor ore
     Più messe in cacce, che nell’armi arma[ti]Fonte/commento: OPAL
     Fer d’arme sì che ne furo onorati.

45


E ’l buon Sicheo lor compagno caro,
     Malgrado di Menfis, soavemente
     Fuor della calca fra’ suoi il menaro,
     Ed in riposo quivi pianamente
     Con li suoi disarmato lui lasciaro,
     Ed allo stormo tornar fieramente;
     E que’ d’Evandro fero il simigliante,
     Poi al fedir seguirò Radamante.

46


Non si ritenne per questo Peleo,
     Ma tra gli Arcadi fierameute messo,
     Quasi che ’ndietro rivoltar gli feo
     Senza signore, e fuvvi assai appresso:
     Al quale Alimedon quanto poteo
     Si fece ’ncontro, ed altri assai dopo esso,
     E sì d’una bipenne in capo il fiere
     Che appena si ritenne in sul destriere.