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274 | LA TESEIDE |
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D’intorno a loro era la pressa molta,
Chi per pigliare e chi per ritenere;
E sì di gente e d’arme v’era folta,
Che fu più volte loro in dispiacere:
E ciascun si provò più ch’una volta
Di levarsi, ma non v’era il potere,
Laonde il meglio che essi potieno
Dalli menati colpi si coprieno.
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Era lì Sifil di Menelao monte,
E ’l forte Menfis nato in Cinosura;
E d’Azan v’era il fiero Ginodonte,
E di Partenio con vista sicura
V’era Bricol, e con ardita fronte
Creton vi stava, che giammai paura
Non si crede che avesse; ed il Nifeo
Nurilo, ed anche Trofilo Tegeo.
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Questi volean Sicheo del tutto preso,
Ed in ciò si sforzavan; ma e’ v’era
Ben gente, dalla quale e’ fu difeso:
Quivi Plessippo e Tosseno con fiera
Vista si videro, ed Acasto acceso
Di mal talento, il quale in tal maniera
Croton, tegnente allor Sicheo, ferìo,
Che morto a’ piè tramortito gli gìo.