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LIBRO PRIMO 11


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E questo con assai chiara ragione
     Comprenderete, udendo raccontare
     D’Arcita i fatti e del buon Palemone,
     Di real sangue nati, come appare,
     E amenduni Tebani, e a quistione,
     Parenti essendo, per superchio amare
     Emilia bella, vennero, Amazzona,
     D’onde l’un d’essi perdè la persona.

6


Al tempo che Egeo re d’Atene era,
     Fur donne in Scitia crude e dispiatate
     Alle qua’ forse parea cosa fera
     Esser da’ maschi lor signoreggiate;
     Perchè adunate con sentenza altera
     Diliberar non esser soggiogate,
     Ma di voler per lor la signoria,
     E trovar modo a fornir lor follia.

7


E come fér le nipoti di Belo
     Nel tempo cheto agli novelli sposi,
     Così costor ciascuna col suo telo
     Da’ maschi suoi gli spirti sanguinosi
     Cacciò, lasciando lor di mortal gelo
     Tututti freddi in modi dispettosi:
     E in cotal modo libere si fero,
     Benchè poi mantenersi non potero.