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LIBRO OTTAVO | 267 |
20
Chi passò innanzi, e chi rimase appresso
De’ principi primai nella scontrata:
Ciascun feriva, ed era ferit’esso,
La battaglia tenendo lunga fiata;
Ma per lo in qua e in là ferire spesso
Tutta fu tosto insieme mescolata:
Nè ordine servossi, anzi correa
Ciascun colà dove me’ far credea.
21
E’ si scontrò Arcita in Almeone,
E battaglia aspra insieme incominciaro;
Nè di lor nullo pareva garzone,
Anzi vendea ciascun suo colpo caro:
E d’altra parte il fiero Palemone
E ’l nobile Polluce si scontraro:
Mostrò Polluce quivi apertamente
Ch’egli era del ciel degno veramente.
22
El feria Palemon con tal valore,
Che quasi a forza ritenuto l’ebbe;
Se non che Ulisse buon combattitore
Lasciò Ligurgo, sì di ciò gl’increbbe,
E lui riscosse: e Polluce di core,
(Tal contra Ulisse mal voler gli crebbe)
Col buon Nestore insieme accompagnato,
A forza fuor de’ suoi l’hanno tirato.