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266 | LA TESEIDE |
17
La pressa grande e lo spesso fedire
Tolse di sè a questi due la vista;
E cominciaron per lo campo a gire,
Dipartendo ove più la gente mista
Si combattea, ciascuno con disire:
E andare sen potea l’anima trista
Agl’infernali Iddii, di cui giugneva
Arcita, in saldo ta’ colpi traeva.
18
Il gran Minos il fiero Agamennone
Presto nell’arme gì a riscontrare,
E ’l buon Nestore scontrò Almeone:
E Ida Peritoo nell’affrontare,
Ed Evandro s’urtò con Sarpedone,
Ma Radamante venne ad ovviare
Il fiero Niso: e a petto a Castore
Ancelado s’oppose con valore.
19
E ’ncontro Alimedon Peleo sen venne,
E Menelao ferì contro ad Admeto,
Nè il buon Ligurgo di correr si tenne
In ver d’Ulisse, il qual non mansueto
Andò ver lui: ma Diomede attenne
Al buon Polluce d’ira assai repleto:
Gli altri ciascun secondo che poteo,
Nella battaglia più innanzi si feo.