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256 LA TESEIDE


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Ma tuttavia, per un’antica usanza
     Servar, me ascolterete, se vi piace:
     In voi ho ferma e sta la mia speranza,
     In voi la vita e la mia morte giace,
     In voi la pena e la mia dilettanza,
     In voi è la mia guerra e la mia pace:
     In voi sta e nel vostro potere
     Quanto di bene o di mal possa avere.

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Dunque, per Dio, la vostra virtute
     Oggi si mostri davanti a Teseo,
     Acciocch’io prenda di quella salute,
     Che è il fin che qui venir vi feo,
     Non risparmiate le vostre ferute,
     Nè la morte al bisogno per Penteo:
     Il qual da morte a vita recherete,
     E per vostro in eterno il comperrete.

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Poi potete veder ch’i’ ho ragione
     Di tal battaglia; onde avremo il favore
     Del forte Marte, e ’n la nostra quistione
     Il cor mi dice i’ sarò vincitore.
     Perocch’io volli già con Palemone
     Partecipare, amando, questo amore
     Con pace, ed e’ non volle; ond’io son certo
     Che dagl’iddii n’avrò debito merto.